Tailandia-
In un duro colpo al traffico illegale di fauna selvatica, le autorità doganali thailandesi, insieme a funzionari cinesi, hanno sequestrato 402 pinne di squalo per un valore di oltre 2 milioni di baht (circa 60,000 dollari) all'aeroporto di Suvarnabhumi a Samut Prakan il 1° maggio 2025. L'intercettazione, annunciata dal portavoce doganale ad interim Phantong Loykulnanta, dimostra l'intensificazione degli sforzi della Thailandia per contrastare il contrabbando, in linea con le direttive del Primo Ministro Paetongtarn Shinawatra.
La spedizione illegale, camuffata da "pesce secco", proveniva da Trinidad e Tobago ed era diretta in Cina. Agendo su informazioni dell'Ufficio Anti-contrabbando cinese, i funzionari thailandesi hanno fatto irruzione in un magazzino dell'aeroporto, scoprendo 102 chilogrammi di pinne di squalo in un'operazione che ha coinvolto la Divisione di Controllo del Dipartimento delle Dogane, l'Ufficio Doganale di Suvarnabhumi, il Dipartimento della Pesca, la Divisione per la Repressione dei Crimini Ambientali e delle Risorse Naturali e la Thai Airways. Le pinne, probabilmente appartenenti a specie in via di estinzione, violavano la Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie di Fauna e Flora Selvatiche Minacciate di Estinzione (CITES), che regola il commercio di specie selvatiche protette.
"Questo sequestro invia un chiaro messaggio che la Thailandia non sarà un punto di transito per il commercio illegale di fauna selvatica", ha dichiarato Phantong. Le pinne confiscate sono state consegnate al Posto di Ispezione della Pesca dell'aeroporto di Suvarnabhumi, e il caso è ora oggetto di indagini da parte della polizia per identificare i membri della rete di contrabbando.
Questa inchiesta evidenzia la sfida continua di contrastare il commercio illegale di fauna selvatica, in particolare per quanto riguarda le pinne di squalo, utilizzate in piatti come la zuppa di pinne di squalo, uno status symbol in alcune culture. Nonostante un calo segnalato del 34% nel consumo di pinne di squalo in Thailandia dal 2017, la domanda persiste, alimentando le reti del mercato nero.
Gli ambientalisti sollecitano un rafforzamento dell'applicazione delle leggi e una sensibilizzazione dell'opinione pubblica per proteggere le popolazioni vulnerabili di squali, fondamentali per gli ecosistemi marini.